Domenica, 26 Maggio 2019 12:56

Un vulcano di energia di nome Mattia. La break è la sua arte “sovrannaturale”

Un giovane Mattia continua a crescere nell’amore della break categoria Junior. Si è riconfermato campione europeo di break dance, è il detentore dell’oro nel Mondiale. Per lui la break è la comunità sportiva dove tutti possono trovarsi ed essere accolti. Lui è l’azzurro Mattia Zerlotin, quindici anni di cuore ed energia forgiati nelle street dance.     

Che gara hai dovuto affrontare?

Per me è stata una gara nella gara. Dovevo riconfermare il titolo dello scorso anno vinto in Polonia. Il livello degli atleti era altissimo sono state tutte sfide meravigliose e la finale favolosa.  Nemmeno io pensavo di ballare così bene. È stato incredibile.

Da quanto balli?

Seriamente due anni. Però prima di abbracciare completamente la break ho praticato hip hop e altri stili di street. Da due anni però mi sono fatto “catturare” completamente dall’arte della break. Con la break mi sono posti degli obiettivi, negli altri sport non era così, gli allenamenti quotidiani, le mete da raggiungere, gli sforzi per crescere e le sfide quotidiane con me stesso, sono tutte le anime che compongono il mio amore per la break.   

Perché hai cambiato?

Ballando hip hop e altri stili vedevo lo sport come ballo normale. A me sono sempre piaciute le acrobazie, mi sono sempre piaciuti gli sport come dire “sovrannaturali” e questo sport è la sintesi di quello che cercavo. A conferma che sia uno sport considerato estremo la Red Bull organizza alcune delle gare fra le più importanti a livello internazionale. Poi la break è stata anche riconosciuta recentemente dal CIO come sport Olimpico. Insomma è quello che ho sempre cercato.

Quindi prossimo obiettivo le Olimpiadi Giovanili?

Certamente. Sarebbe fantastico rappresentare l’Italia nell’Olimpiadi Giovanili. Prima però devo pensare al Mondiale, voglio riconfermarmi.

Sensazioni…

Sono un vulcano di energia, quando scendo in pista questo vulcano esplode rilasciando tutta la sua energia. Prima della gara mi concentro, penso a tutto il percorso fatto per arrivare dove sono, scendo in pista e questa energia si espande. Deve arrivare a tutti: giuria, pubblico e avversari. È uno scambio anche di concetti di vita che si misurano in pista.

Un consiglio da un giovane a un giovanissimo

Nella street dance ho trovato uno sfogo. Tutte le sensazioni, rabbia, felicità nella break hanno trovato uno sfogo. Nella mia stanza passavo ore ad ascoltare la musica a ballare a farmi trascinare trovando la mia tranquillità interiore. Chi volesse entrare nella break dovrebbe avere un atteggiamento di condivisione.

Cioè?

Non individualismo, ma l’idea di una comunità. Chi cerca una comunità sportiva che lo accolga, nella breaking può trovare questa forma di accoglienza. La break non discrimina, non guarda al livello sociale, la break accoglie tutti e tutti i breaker fanno parte di una stessa grande casa dove ci si confronta e ci si aiuta. La break è un linguaggio comune che tutti sanno parlare. Con la break annulli le distanze creando una famiglia sociale unica nella quale tutti sono uguali.

Letto 1394 volte Ultima modifica il Martedì, 28 Maggio 2019 07:52